Ultimo aggiornamento
07-07-2025 11:43Cosa sono
Sono considerate tali le opere infrastrutturali di interesse nazionale e talvolta anche locale di elevata complessità, che richiedono un impegno temporale pluriennale e derivanti da progetti che abbiano un significativo potenziale impatto sull’ambiente. Rientrano in questa categoria le opere (Linee Guida SNPA, 35/2021):
- ricomprese tra le infrastrutture strategiche di cui alla cosiddetta “Legge obiettivo” (infrastrutture pubbliche e private e insediamenti produttivi strategici e di preminente interesse nazionale)
- che hanno uno sviluppo che interessa più Regioni, Province autonome o Stati per le quali è prevista l’istituzione di un Osservatorio Ambientale
- sottoposte a dibattito pubblico per le quali sono state definite tipologie e soglie dimensionali (D.P.C.M. 10/05/2018, n. 76)
- rientranti tra gli interventi infrastrutturali come definiti dal DL 16/07/2020, cosiddetto Decreto semplificazioni
- che hanno avuto un procedimento di valutazione di impatto ambientale (VIA) statale.
Le grandi opere sono soggette, secondo il D. Lgs 152/2006, ad essere sottoposte ad una Valutazione di Impatto Ambientale.
L’atto con cui si conclude tale valutazione è il provvedimento di VIA. Tale provvedimento di compatibilità ambientale, è espresso e motivato mediante un Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che contiene le condizioni ambientali per la realizzazione, l’esercizio e la dismissione dell’opera, nonché le misure per evitare, ridurre, prevenire gli impatti significativi e negativi anche dovuti a malfunzionamenti, a cui il proponente deve ottemperare nelle tempistiche previste.
L'entità dei progetti implica potenziali criticità riferibili a diverse componenti ambientali, quali ad esempio acque superficiali, sotterranee e di transizione, atmosfera, rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici e radiazioni, suolo e sottosuolo, vegetazione, flora e fauna.
Fondamentale importanza ha il piano di monitoraggio ambientale (PMA), uno strumento flessibile che fornisce la reale dimensione dello stato dell’ambiente nelle diverse fasi di attuazione di un progetto e le indicazioni per attivare eventuali azioni correttive nel caso in cui le risposte ambientali non siano in linea con le previsioni effettuate nell’ambito del processo di VIA.
Il monitoraggio ambientale
Il monitoraggio interessa un’area di indagine rappresentativa dei potenziali impatti ambientali che l’opera, o la costruzione della stessa, potrebbe arrecare, e comporta che per ogni componente ambientale siano individuati:
- le aree di indagine nell’ambito delle quali programmare le attività di monitoraggio e, nell’ambito di queste, le stazioni/punti di monitoraggio in corrispondenza dei quali effettuare i campionamenti
- i parametri chimici, fisici e biologici da indagare
- gli indicatori
- le metodiche (tecnica di campionamento e frequenza)
- i valori limite previsti in funzione della normativa di riferimento e degli standard tecnico-scientifici
- le soglie di attenzione e di intervento (più conservative rispetto ai limiti di legge, qualora esistenti), oltre le quali intervenire e mettere in atto azioni correttive.
Il monitoraggio è di norma suddiviso in tre macrofasi:
Ante operam: si conclude prima dell’inizio delle attività di cantiere e fornisce una “fotografia” dell’ambiente prima dell’inizio lavori, valutando lo stato di qualità base delle diverse componenti ambientali potenzialmente interessate da impatti, con l’individuazione di eventuali criticità ambientali già esistenti.
Già a partire da questa fase devono essere ben individuate le matrici ambientali coinvolte, i parametri e le aree di impatto potenziale da monitorare; i dati registrati in questa fase consentono un confronto con quelli delle successive indagini in corso d’opera e post operam.
Corso d’opera: monitoraggi eseguiti nel periodo di realizzazione dell’opera, fino al completo smantellamento dei cantieri e al ripristino dei luoghi, se previsto da progetto.
L’obiettivo di questa fase è, per i vari parametri ambientali, individuare eventuali superamenti dei limiti normativi e/o alterazioni significative della qualità ambientale registrata nella fase precedente di ante operam, verificare l'idoneità del posizionamento dei punti di monitoraggio e l’eventuale implementazione degli stessi sulla base delle criticità ambientali dovute alle lavorazioni in atto.
Post operam: di norma inizia dopo lo smantellamento dei cantieri e l’eventuale ripristino delle aree.
Cosa fa Arpav
Arpav svolge un duplice ruolo: il primo di supporto alla valutazione del controllo di impatto ambientale e di verifica delle condizioni previste dall’iter autorizzativo di cui alla procedura di VIA, tra cui la verifica del monitoraggio ambientale; il secondo legato al controllo e alla vigilanza territoriale per la verifica del rispetto delle vigenti normative di tutela ambientale.
L’attività di verifica di Arpav si configura innanzitutto in una funzione di tipo preventivo per individuare gli eventuali fattori di rischio con potenzialità di danno ambientale e ad attuare le specifiche misure di mitigazione ambientale, già a livello progettuale. L’istruttoria al Progetto di Monitoraggio Ambientale, definito dal soggetto titolare dell'autorizzazione alla realizzazione dell'opera, individua protocolli e aspetti metodologici da adottare durante le fasi di campionamento e monitoraggio: ad es. modalità di monitoraggio e di campionamento, scelta dei parametri, scale di valutazione dei risultati, entrando nel merito delle rilevazioni condotte o della conduzione dei lavori, aiutando i soggetti responsabili alla individuazione delle azioni correttive, quando necessarie, per il rispetto dei criteri di tutela dell’ambiente stabiliti per la sua realizzazione.
A seguire, nelle fasi operative del piano di monitoraggio ambientale, ante operam, corso d’opera e post operam, Arpav verifica e controlla l’attuazione dello stesso, e monitora eventuali criticità ambientali correlate alla realizzazione dell'opera, attraverso attività di analisi della documentazione, verifica di dati, redazione di rapporti, esecuzione di sopralluoghi, campionamenti, misure ed analisi.
Strutture coinvolte
L’attività di supporto tecnico viene svolta dall’Unità Organizzativa Valutazioni VIA (nazionali e regionali), VAS e Grandi Opere (UVVAGO) dell’Area Tecnica e Gestionale, che collabora con le strutture tecniche specialistiche di Arpav:
- Dipartimento Regionale Qualità dell’Ambiente per quanto riguarda le matrici ambientali: suolo e sottosuolo, acque superficiali e sotterranee, atmosfera e biodiversità
- Unità Organizzativa Agenti Fisici in merito a: rumore, vibrazioni, inquinamento luminoso, campi elettromagnetici
- Dipartimenti Provinciali competenti per territorio, che svolgono attività di controllo del rispetto della normativa specifica
- Unità Bonifiche dei Siti Contaminati
- Dipartimento Regionale Laboratori.
I Progetti
Progetti in corso
Progetti in corso che coinvolgono Arpav per l'attività di verifica sui monitoraggi ambientali